L'atteso appuntamento del Bologna Mineral Show si è svolto quest'anno tra il 26 ed il 28 Marzo al FuturShow Station di Casalecchio di Reno, a pochi chilometri dal capoluogo emiliano. Da molti anni partecipo come visitatore a questo evento che, tra gli appassionati di minerali e fossili, è senza dubbio ritenuto il più importante a livello nazionale. Devo confessare che nonostante l'usuale presenza dei più noti collezionisti e commercianti del settore, con esposizioni di altissimo livello (prime fra tutte, a mio avviso, quelle di Riccardo Prato e Marco Tironi), la mostra sembra mostrare preoccupanti segni di cedimento.
Il nuovo cambio di sede in una struttura assai bella, ma pensata e realizzata per eventi ben diversi, ha riproposto difficoltà logistiche analoghe a quelle della scorsa edizione, soprattutto per i visitatori esterni all'area bolognese. Il problema più evidente, tuttavia, riguarda la presenza (ormai rilevante) di bigiotteria e oggettistica che ben poco ha a che fare con la passione per i minerali e toglie inevitabilmente spazio alle esposizioni di oggettivo interesse per i collezionisti. L'impressione che ne consegue è quella di una mostra ridotta e sotto tono, per la quale l'impegno richiesto (in termini economici e logistici) al potenziale visitatore-collezionista proveniente da fuori Bologna potrebbe rapidamente diventare insostenibile e, peggio ancora, ingiustificato.

Dalla Mostra di Bologna, comunque, son tornato con due campioni molto belli e sempre ricercati da tutti gli appassionati. Il primo è una tormalina verde proveniente dalla famosa località di Paprock in Afghanistan. Il pezzo è composto essenzialmente da un grosso cristallo, dalla terminazione piatta, alto circa 2 cm e collocato verticalmente su un blocco roccioso segato su più lati (caratteristica che non piace a tutti ma che consente di ridurre adeguatamente la matrice e posizionare il campione in modo ottimale); nonostante lo spessore notevole (9 mm), la trasparenza e la brillantezza sono davvero di prim'ordine. Una particolarità evidente (e alquanto rara) in questo esemplare è la copresenza di un ulteriore elemento (policromo) di dimensioni decisamente più contenute e con una terminazione prismatica dal brillante colore violaceo. Il campione, assolutamente privo di danni, è molto simile nel colore e nella forma alla migliore tormalina elbana presente in collezione (TO000), anche se le dimensioni sono decisamente diverse. In sostanza, un esemplare eccellente e di elevato livello collezionistico.

Anche il secondo campione acquistato alla Mostra ha origini asiatiche, e in particolare la Apoaligun Mine della ben nota regione di Skardu, in Pakistan. Si tratta di un imponente Berillo posizionato su una grossa matrice di microclino, contenente anche numerosi elementi di mica e piccolissimi cristalli di spessartina, piuttosto opachi. La posizione e la trasparenza del berillo sono perfette, così come la terminazione piatta ed il fascino del campione nel suo insieme. Tra l'altro il cristallo risente di una pulizia evidentemente sommaria, per cui un ulteriore trattamento in tal senso dovrebbe poter mettere in risalto ancora di più le incredibili caratteristiche di limpidezza e trasparenza. Il cristallo è alto 3 cm e presenta uno spessore di circa 1 cm; la matrice, come detto, è piuttosto grande, ma nel complesso ben bilanciata rispetto al berillo, e consente di catalogare il pezzo tra i cabinet di una certa dimensione. Entrambi i pezzi sono stati acquistati da commercianti asiatici ed i prezzi (dopo estenuanti trattative) sono risultati abbastanza in linea con il mercato: alti ma, tutto sommato, ragionevoli. Purtroppo, avendo visitato la Mostra il primo giorno, la parola sconto risultava di difficile comprensione per la maggior parte degli espositori e per i due campioni acquistati non è stata fatta alcuna eccezione di rilievo!

Riguardo la questione prezzi l'ormai cronica tendenza a sopravvalutare esageratamente i campioni di un certo livello estetico è stata pienamente confermata anche dalla mostra bolognese, sfiorando (in alcuni casi) la pura follia. Sono rimasto colpito, in particolare, da un esemplare small cabinet di Barite peruviana (tipologia analoga al campione BA858) costituito da un gruppo di cristalli brillanti e abbastanza sottili, disposti a raggiera su una matrice ben bilanciata; di fatto un pezzo estetico (anche se a mio avviso decisamente inferiore al già citato campione della collezione), paragonabile ad analoghi esemplari visti di recente sul mercato e valutati in un range tra i 50 ed i 150 euro. Ebbene: il prezzo era di ben 600 euro! Per non parlare di una Calcite del Kazakistan senza matrice (tipologia del campione CA150) venduta a 450 euro o una miniatura (!) di Thomas Range, contenente un bel topazio dalla terminazione appuntita e dal colore intenso, prezzato ben 520 euro! È giusto che le cose belle si paghino e che i commercianti tentino di fare al meglio il loro lavoro (...che è poi quello di far soldi), ma in molti casi manca davvero il senso della misura! Tra l'altro la concorrenza del Web rappresenta ormai un dato di fatto e l'ipervalutazione di campioni tutto sommato abbastanza diffusi sul mercato e reperibili (con relativa facilità) a prezzi decisamente più bassi, mi sembra una politica perdente in partenza...

Oltre alle due new entries di Bologna (che considero in assoluto dei veri campioni top-level) la collezione si è arricchita di alcuni pezzi acquistati recentemente sul Web. Mi riferisco, in particolare, ad un esemplare di Rame nativo e ad una Stilbite indiana, acquisiti entrambi tramite aste (il primo su Wendel Minerals - vedi la sezione Links - e la seconda sul sito e-bay di Gargoti Minerals). Il Rame proviene dall'Arizona (Ray Mine, Bisbee) e vanta un'estetica molto piacevole sia per la tipica forma arborescente che per il colore molto vivo e brillante. La Stilbite, poi, è davvero un bel campione! Un perfetto fiocco biterminato, alto ben 8.5 cm e collocato verticalmente su una piccola matrice con cristalli di Heulandite, proveniente da Aurangabad. Rimango sempre affascinato da questi minerali indiani (largamente diffusi sul mercato e per questo spesso snobbati dai collezionisti) per la loro estetica e la loro varietà. Posso capire come, rispetto al fascino delle ben più rare Apofilliti verdi o al blu elettrico di Cavansiti e Pentagoniti provenienti dall'India, questi campioni passino spesso in secondo piano, ma in qualche caso porre una maggiore attenzione a Stilbiti ed Heulanditi può garantire discrete soddisfazioni...